Ecco quello che non si dovrebbe mai cessare di essere: dei lettori, dei lettori puri, che leggono per leggere, che sanno leggere che, insomma, leggono e basta...

Charles Péguy

Avviso

Articoli

Schnapp, Storia universale delle rovine

collana: Grandi Opere Einaudi
editore: Einaudi
data pubblicazione: 29/08/2023
pagine: 936
prezzo: € 120,00
ISBN: 9788806252649
a cura di: Fritz Carole
traduzione di:
  • Anna Delfina Arcostanzo
  • Valentina Palombi
argomento:
formato: rilegato con 156 illustrazioni nel testo
per l'acquisto scegli tra:
ACQUISTA
 

Alain Schnapp

Storia universale delle rovine

Dalle origini all'età dei Lumi

 

Premio Jacques de Fouchier 2021 dell'Académie française. Premio speciale della giuria al Grand Prix du livre d'archéologie 2021.

Con 156 illustrazioni nel testo.

L’antico Egitto affidò la memoria dei suoi sovrani a giganteschi monumenti e imponenti iscrizioni. Altre società preferirono stringere un patto con il tempo, come i popoli della Mesopotamia che, consapevoli della vulnerabilità dei loro palazzi di mattoni di fango, seppellivano nelle fondamenta le iscrizioni commemorative. I Cinesi dell’antichità e del Medioevo impressero la memoria dei re e dei personaggi illustri in iscrizioni su pietra e bronzo, le cui matrici erano custodite da scrupolosi antiquari. Altri ancora, come i Giapponesi del santuario di Ise, distruggevano per poi ricostruirle identiche, in un ciclo infinito, le loro architetture di legno e paglia. Altrove, in Scandinavia e nel mondo celtico, come in quello arabo-musulmano, sono i poeti o i bardi i responsabili del mantenimento della memoria. Greci e Romani consideravano le rovine un male necessario che bisognava imparare a interpretare per comprenderle. Il mondo medievale occidentale affronterà l’antico patrimonio con un’ammirazione venata di repulsione. Il Rinascimento intraprese invece un ritorno all’antichità diverso, considerandola un modello da imitare ma anche da superare. Infine, l’Illuminismo costruí una coscienza universale delle rovine che si è imposta come «culto moderno dei monumenti»: un dialogo con le vestigia del passato che vuole essere universale e che questo libro testimonia con straordinaria dovizia.

 

Alain Schnapp, archeologo e storico, professore emerito dell'Università di Parigi I (Panthéon-Sorbonne), ha fondato nel 2001 l'Institut national d'histoire de l'art (Inha), dirigendolo fino al 2005. Con Jean-Paul Demoule e Dominique Garcia, ha curato Une histoire des civilisations. Comment l'archéologie bouleverse nos connaissances (La Découverte/Inrap 2018). Per Einaudi ha pubblicato Storia universale delle rovine. Dalle origini all'età dei Lumi (2023).

Recensioni   

Condividi questo articolo su...