Fondare le biblioteche è come costruire ancora granai pubblici, ammassare riserve contro un inverno dello spirito che da molti indizi, mio malgrado, vedo venire.

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Basho, Lo stretto sentiero del profondo Nord

collana: Gli Struzzi
editore: Einaudi
data pubblicazione: 08/02/2022
pagine: XXVIII - 124
prezzo: € 14,00
ISBN: 9788806251154
a cura di:
  • Chandra Candiani
  • Asuka Ozumi

traduzione di:

  • Chandra Candiani
  • Asuka Ozumi
argomento:
formato: brossura
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Basho

Lo stretto sentiero del profondo Nord

 

La nostra fame di spirito, di vastità, può trovare in Bashō una bussola, dentro gli stretti sentieri della vita messa a nudo, la sua asciuttezza, la sua sobrietà ma soprattutto l'incantevole parità del suo sguardo sul mondo. Chandra Candiani

«La bellezza dei paesaggi del luogo è condensata in questi versi. Aggiungere anche solo una parola sarebbe inutile come avere un dito in piú».

Un racconto di viaggio può essere molte cose diverse: un semplice rapporto, un portolano, un promemoria, un romanzo di formazione, un taccuino di appunti, magari in forma di disegni, una raccolta di incontri con volti e persone, un reportage, la cronaca di una fuga, persino un canzoniere. Questo di Bashō, è un pellegrinaggio e nel contempo il ritratto piú preciso e profondo del Giappone e del suo spirito, che incontra la lingua italiana nella magia della traduzione di Chandra Candiani e Asuka Ozumi. Siamo nel 1688, Bashō è forse il piú grande poeta contemporaneo. Il percorso narrato, in realtà solo parte di un itinerario piú lungo, dura circa centocinquanta giorni in un territorio all’epoca quasi selvaggio, comunque pericoloso: «ho […] intrapreso questo pellegrinaggio in terre remote nella consapevolezza della vacuità di tutte le cose, pronto a rischiare la vita»… La scrittura del viaggio, tuttavia, si prolunga per altri cinque anni, durante i quali Bashō, poeta e maestro di poeti, Maestro zen, inquieto e instancabile viandante, ricorda, probabilmente affina e precisa, forse aggiunge, o elimina, un verso, uno haiku, una parola. Insomma, modifica la cronaca diaristica fino a farne opera, composta tanto dal viaggio in un territorio concreto, fatto di natura incontaminata non meno che di monumenti lasciati dagli uomini e di sterminate reminiscenze letterarie, quanto dal racconto del viaggio dentro un’anima. Lo stretto sentiero del profondo Nord – scrive Asuka Ozumi nella sua prefazione – viene considerato il «capolavoro assoluto» di Bashō. «I mesi e i giorni sono eterni viandanti, e cosí gli anni, che vanno e vengono, sono viaggiatori. Per chi trascorre la vita su una barca, per chi invecchia tirando il morso del cavallo, ogni giorno è viaggio, e il viaggio è la sua casa […] Io pure, da chissà quando, sono stato preso dalla brama di errare, invogliato da una nuvola sperduta sospinta dal vento, e ho vagato per le coste».

 

Basho è il nome d'arte di Matsuo Munefusa (Ueno 1644 - Osaka 1694), adepto zen e maestro indiscusso della poesia haikai. Figlio di un samurai di scarsissimi mezzi, ben presto viene mandato a servizio presso un giovane aristocratico appassionato di poesia e, in seguito, perfeziona la propria educazione nella fi orente, colta e mondana Edo (Tokyo). Nel 1680 decide di ritirarsi a vita piú appartata e contemplativa e si trasferisce a Fukagawa, in una casetta abbellita da un albero di banano, basho in giapponese, dono di un allievo. Proprio dall'albero prenderà lo pseudonimo. Perduta la casa in seguito a un incendio, Basho comincerà a viaggiare instancabilmente per il Giappone, descrivendone l'essenza in versi di immortale e tersa bellezza. Proprio in viaggio la morte lo coglierà, cinquantenne, nei pressi di Osaka. Mentore in vita di migliaia di allievi, conta a tutt'oggi milioni di appassionati che, in tutto il mondo, ne proseguono il cammino cimentandosi con gli haiku.

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